Pnrr e psicologia delle cure primarie.
Il 30 aprile scorso è stato presentato alla Commissione Europea il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), detto anche Recovery Plan. Si tratta di un programma di investimenti straordinari messo in campo dall’Unione Europea per rispondere alla crisi provocata dalla pandemia Covid-19. Esso contiene un gran numero di finanziamenti, riforme e interventi in vari ambiti d’azione per riparare le conseguenze, sociali ed economiche, della crisi che stiamo vivendo. Prevede investimenti per un totale di 221,1
miliardi di euro da utilizzare entro il 2026.
Molte autorevoli fonti, in primis l’Organizzazione Mondiale della Sanità e l’Istituto Superiore di Sanità italiano, hanno evidenziato come la pandemia abbia avuto e continuerà ad avere nei prossimi anni un importante impatto psicologico sulla popolazione, in particolare tra i bambini, gli adolescenti e i soggetti più fragili. L’OMS ha sottolineato l’importanza fondamentale di attuare una serie di interventi generali di supporto alla saluta mentale per
la popolazione in età evolutiva e per i soggetti a maggior rischio (1).
Da più parti, ci si auspicava che il PNRR fosse una buona occasione per rafforzare i servizi di supporto psicologico in Italia, particolarmente carenti a livello di SSN. In particolar modo, il Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi, insieme ad una fetta del mondo politico e della società civile, ha chiesto con decisione una serie di interventi che andasse nella direzione dell’istituzione della figura dello psicologo di cure primarie.
Analizzando il testo, consultabile integralmente a questo link
(https://www.google.com/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=&cad=rja&ua
ct=8&ved=2ahUKEwiOl5O1lNbwAhXS2aQKHfLyB4cQFjAAegQIAxAD&url=https%3A%2F%2Fwww.governo.it%2Fsites%2Fgoverno.it%2Ffiles%2FPNRR_0.pdf&usg=AOvVaw11GOaidIj4vtDogPKA-km1), possiamo renderci immediatamente conto della scarsa rilevanza attribuita alla psicologia. Effettuando una ricerca sul prefisso “psi” si constata che tale prefisso compare solamente tre volte nelle 266 pagine che compongono il Piano. Una
volta per citare la necessità di attenzione alla salute psicofisica delle persone anziane, un’altra volta accennando al bisogno di supporto rivolto ad operatori sociali che entrano in contatto con situazioni psicologicamente toccanti ed una terza volta per indicare lo sport
come strumento atto a coltivare un benessere psico-fisico. Nessun riferimento esplicito al bisogno di servizi di salute mentale, di supporto psicologico per la popolazione, di ampliamento della Psicologia nel SSN.
Approfondendo la lettura del documento, si arriva alla missione 6 riferita alla Salute, dove viene delineato, tra le altre cose, un condivisibile progetto di potenziamento e riorganizzazione dei servizi socio-sanitari offerti sul territorio che migliori la qualità e
promuova un approccio multidisciplinare. Il Piano prevede l’investimento di 2 miliari di euro per l’attivazione di 1.288 Case della Comunità entro la metà del 2026. La Casa della
Comunità viene descritta come “una struttura fisica in cui opererà un team multidisciplinare di medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, medici specialistici, infermieri di comunità, altri professionisti della salute e potrà ospitare anche assistenti sociali”. Tra
associazioni e sindacati dei medici di famiglia serpeggiano molti malumori, tra chi sostiene che le Case della Comunità non siano che la riedizione del vecchio progetto delle Case della Salute già fallito in passato (2) e chi sottolinea il rischio che rimangano scatole vuote qualora si investa solo in strutture anziché promuovere servizi e incrementare le risorse per il personale (3, 4). Senza voler entrare qui in tale dibattito, salta all’occhio che chi ha redatto il Piano abbia scelto di citare la preziosa figura dell’infermiere di comunità ma non quella dello psicologo di cure primarie. E ancora che, laddove al punto 2.2 si prevede l’investimento di 0,74 miliardi di euro nella formazione del personale sanitario per lo sviluppo di competenze della medicina di territorio, la scelta ricada sul giusto finanziamento di borse di studio aggiuntive in medicina generale ed in altre branche specialistiche della medicina, ma non si faccia mai riferimento alcuno agli operatori della
salute mentale.
Nei prossimi mesi, continueremo a monitorare l’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e tutte le altre azioni di Governo riferite alla salute psicologica dei nostri concittadini.
Bibliografia di psicologia di cure primarie
- (1) WHO. Mental health and psychosocial considerations during the COVID-19
- outbreak. Geneva: World Health Organization; 2020.
- (2) http://www.quotidianosanita.it/studi-e-analisi/articolo.php?articolo_id=95133
- (3) http://www.quotidianosanita.it/lavoro-e-professioni/articolo.php?articolo_id=95224
- (4) http://www.quotidianosanita.it/lavoro-e-professioni/articolo.php?articolo_id=95087
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